Lasciare o ricominciare?

Mike Bongiorno a Lascia o Raddoppia

Buongiorno, vivo una situazione molto dolorosa. Relazione con convivenza durata 5 anni e mezzo. Lui con scarsa propensione ad attività sessuale sin dall’inizio della storia (escluderei presenza altra donna), molto affettuoso ma poco incline alle mie esigenze, molto concentrato sulle sue e su di sé e poco collaborativo in casa. Vani tentativi di spronarlo ad un maggiore impegno di coppia (matrimonio, figli). Di fronte a mie periodiche lamentele per scarsità di condivisione e intimità, si verificavano puntualmente confronti conflittuali in cui lui metteva in discussione il rapporto. A sue numerose promesse di miglioramento non seguivano mai fatti concreti. Negli ultimi due anni dopo un mio grave problema di salute c’è stato un ulteriore irrigidimento e un mio indebolimento emotivo, con rassegnazione a chiedere alcunché a lui.

Dopo l’ennesimo litigio un mese fa decide di lasciarmi del tutto motivando che si dovrebbe sforzare per sostenere la relazione ed i miei bisogni, che non cambierebbe comunque più nulla perché lui ha perso di vista “se stesso”. Sono seguiti altri successivi brevi contatti, per questioni per lo più pratiche, attivati comunque da me. Credo sia una storia senza speranza ma nonostante questo soffro molto e vorrei che la relazione ripartisse con nuove basi. Non so come comportarmi. Grazie

Sara

Buon giorno Sara,

nella tua lettera (che ho riassunto togliendo qualche riferimento per la privacy) mi pare che tu esprima due distinti auspici: porre fine a questa situazione (comprensibilmente) dolorosa e fare in modo che questa storia ricominci. L’impressione è che tu dia per scontato che le due cose corrispondono, così io ti chiedo: sei davvero sicura che sia così? Sei sicura che la tua felicità (o serenità, se vogliamo volare basso) passi per il ripristino di una relazione che, sin dall’inizio, mi pare abbia sofferto di una forte contraddizione di base?
Di certo, il ritorno di quest’uomo farebbe finire la sofferenza che provi ora di fronte alla rottura.  Ma “finire di soffrire” ed essere felici non sono la stessa cosa. Certe storie finiscono semplicemente perché non si combacia abbastanza, e in questo non c’è nulla di “sbagliato” né in te né nel tuo uomo se, ad esempio, lui è un tipo che esprime la sua affettività in una maniera poco fisica, mentre tu avresti voluto il contrario. Io posso capire il suo disagio – e non per una generica solidarietà maschile – e al pari suo avrei accumulato un disagio nel sostenere il peso di aspettative che non rispondono alla mia natura autentica.
Purtroppo, Sara, non possiamo cambiare le persone. Perpetuare l’illusione che, un giorno, chi ci sta accanto si trasformerà finalmente nella proiezione ideale che abbiamo di lui è un’attività pericolosa, destinata a nutrire insoddisfazioni e compromessi al ribasso, sottraendoci quelle preziose risorse di tempo ed energie che, invece, ci potrebbero ad essere realmente felici — che è poi il motivo per cui dovremmo stare con una persona.
Un caro saluto,
Andrea