
Molti di voi mi stanno chiedendo chiarimenti sulle strategie di riconquista in questi giorni di isolamento forzato. C’è chi (Luisa, Salvo) si è visto bloccare un riaggancio che cominciava a dare segnali promettenti; chi al contrario (Nicola) è costretto a una complicata coabitazione. Oltre a ribadire, nel mio piccolo, l’invito a mettere le in testa a qualunque altro obiettivo le priorità sanitarie, mi piacerebbe condividere un paio di considerazioni.
La prima riguarda il tempo. L’emergenza ci sta allenando a una virtù poco popolare: la capacità di attendere, saper aspettare il tempo necessario perché le cose assumano la piega più favorevole. Vale per questo insidioso virus, vale per i fenomeni umani. Le strategie di riconquista si servono di tempi solo apparentemente morti, nei quali vince chi sa combattere l’impulso di “fare qualcosa subito” a ogni costo.
La seconda considerazione riguarda le nostre scale di priorità. E’ umano sentirsi crollare il mondo addosso quando la persona che amiamo si allontana. In questi giorni, quando siamo costretti a rinunciare alla nostra libertà, quando perfino la vita nostra e dei nostri cari è minacciata, abbiamo l’occasione per riscoprire ciò che conta di più. Siamo vivi, possiamo farcela: di fronte a questo, le altre sventure della vita escono ridimensionate.
Approfittate di questi giorni per mettere a punto il vostri piani di azione conquista e riconquista. Considerate il tempo per quello che è ora: il vostro alleato. Guardate il sole, lì fuori dalla vostra finestra e siate grati per ciò che avete.