Venerdì al suo compleanno mi sono fatto vivo dopo un mese e le sono stato addosso tutta la sera rovinandole anche il compleanno. Lei è stata male. Se prima era indecisa ora non ne vuole sapere. Come posso comportarmi? Dice che non sono uomo. Ho speranza?
Marco
Caro Marco,
pedinarla, starle addosso, ma anche incontrarla “per caso” o “farle una sorpresa”, presentarsi alla sua festa di laurea (faccio questi esempi perché, oltre che nel tuo racconto, compaiono nelle ultime lettere) sono tutte pessime idee. La maggior parte degli uomini è convinta che manifestare le proprie attenzioni, farle sapere che “ci tieni” siano strategie valide. Specie se, fra le motivazioni “ufficiali” del suo congedo figuravano recriminazioni sul presunto disinteresse del partner.
Non è così Marco, come hai potuto costatare. Dobbiamo sempre considerare che le nostre reazioni emotive più profonde (cosa ben diversa dai principi “politicamente corretti” ai quali dichiariamo di conformarci) sono forgiate in decine di migliaia di anni di evoluzione. Da questo punto di vista, per una ex che ti vede comparire nei suoi spazi personali, tu non sei un amico carino che le porta dei confetti. Bensì un predatore che invade il suo spazio: una minaccia che fa irruzione nella sua caverna, determinato a fare razzia di lei e della sua (simbolica) prole.
La tua ragazza è stata sufficientemente onesta dal dirti che questa tua intrusione l’ha infastidita. In altri casi, la risposta che si ottiene è una verbalizzazione del tipo “ho bisogno di stare da sola, per favore non cercarmi per un po’ ” oppure “possiamo essere amici, se vuoi, ma non subito”. Il risultato non cambia: lei si è allontanata e ora ti avverte come una potenziale minaccia per il suo spazio.
Che fare Marco. Nel tuo caso, trattandosi di un episodio isolato, non credo che la cosa abbia conseguenze a tuo sfavore. Concediti un po’ di tempo in più prima di tornare all’attacco e assicurati, seguendo il corso, di presentarti all’appuntamento con le successive mosse della riconquista con tutte le carte in regola per sentirti più dire, stavolta: “tu sì che sei un uomo!”
Fabio